I Ruoli nel BDSM

    Cosa si intende per ruoli

    Se avete letto il nostro precedente articolo sul BDSM e/o avete avuto modo di confrontarvi con qualcuno che ha letto qualcosa in più, oppure pratica, vi sarà capitato di sentire frasi come “sono dominante” o “mi piace essere sottomesso”. Queste frasi, abbastanza comuni nell’ambiente, sono esempi di piccole e sintetiche presentazioni che esprimono i ruoli di preferenza dei praticanti. 


    Al 2020, il sito FetLife, un social network per gli amanti del BDSM, annovera più di 70 ruoli diversi. Un ruolo, all’interno di una sessione di gioco, non è fissato e stretto, la cui variabilità determina l’esigenza di una scelta così ampia. Possiamo però definire 6 ruoli classici, onnipresenti in ogni discussione riguardante la sessualità alternativa, ed anzi, tre di essi possiamo ritrovarli nelle relazioni vanilla. Partiamo proprio dal definire cosa si intende con relazione vanilla: una relazione definita “classica”, che sia omo o eterosessuale, nella quale non vi sono grosse variazioni rispetto alla monogamia o alle esperienze erotiche. Il termine non è assunto in termine dispregiativo, viene usato per distinguere i non praticanti il BDSM, mentre i praticanti vengono definiti kinksters o bondagers.

    Fondamentale nella comprensione dei ruoli è l’interpretazione personale dei praticanti, che potrebbero variare in modo drastico da persona a persona. Inoltre è necessario distinguere tra ruolo durante il gioco e ruolo nella vita reale: le persone non sono ruoli ed i ruoli non determinano le persone. Il BDSM è un gioco di ruoli, ed il ruolo deve rimanere interno alla sessione di gioco: avere un atteggiamento imperante nei confronti di un sottomesso durante la sua vita quotidiana potrebbe avere grosse ripercussioni su di esso e nella sua vita. I ruoli sono funzionali alla relazione, non identitari.

    Altra distinzione necessaria è sul concetto di feticismo e feticista: il feticismo è una forma di parafilia, ossia, quando una persona prova eccitazione sessuale nei confronti di determinati particolari fisici o estetici, persone, cose o animali. Una persona che apprezza un elemento non è feticista finché tale elemento non genera eccitazione sessuale. Una parafilia comune, ma non considerata tale è, ad esempio, l’apprezzamento di una forma di seno rispetto ad un’altra.
    Distinguiamo le parafilie dai disturbi parafilici: si definisce disturbo la parafilia che diventa persistente, ossia, causa disagio e può rappresentare un’ossessione nella vita quotidiana della persona, tale da compromettere la quotidianità. Non ci addentreremo oltre nella spiegazione psicologica, ci limitiamo a far notare che in assenza di consenso dalla controparte, non si parla più di BDSM, ma di disturbo ossessivo.

    Nel resto dell’articolo, illustriamo i più comuni ruoli che potreste sentir nominare parlando di BDSM. Ci piace specificare che l’articolo non è scritto da un’autorità assoluta, per cui prendete le nostre descrizioni come indicative. 

    I ruoli più comuni

    Parlare di “ruolo” in modo stretto e sintetico è complesso, per via della fluidità delle interazioni e delle possibili variabili che intervengono durante le dinamiche di gioco. I ruoli si configurano come “preferenze” di interazione, ma questa definizione è molto tecnica. Rendiamo il discorso più semplice: in una relazione, vi piace prendervi cura del partner o preferite che lui si prenda cura di voi? E nei momenti intimi, preferite star sopra o sotto? Con questa piccola frase, abbiamo già sintetizzato cosa sia un ruolo attivo ed un ruolo passivo.
    Di seguito, riportiamo i sei ruoli comuni nelle relazioni BDSM:

    Top: chi svolge il ruolo attivo. Il ruolo di top si ritrova anche nel vanilla, ed è solitamente indicante chi gestisce il momento intimo o erotico. Il ruolo del top si contrappone al ruolo di bottom, ed il ruolo è riferito al singolo rapporto; è meglio definibile come preferenza, i due ruoli sono invertibili.

    Bottom: chi svolge il ruolo passivo. Si ritrova anche questo nel rapporto vanilla, ed è solitamente indicante chi accetta la gestione del momento intimo o erotico. Si contrappone al ruolo del top. Particolare caso si ha nel caso in cui la parte “passiva” del bottom abbia il controllo del momento erotico, ponendo il partner nella condizione di determinate scelte: in tal caso si parla di “dominazione dal basso”, o “top from bottom”.

    Dom: il dominante, contrazione della parola dominator. Il ruolo femminile corrispettivo è la domina, o domme, contrazione di dominatrix. Questo ruolo indica la persona che, all’interno della maggior parte delle proprie sessioni, se non tutte, prediliga avere la gestione delle scelte ed il controllo delle azioni, assumendo un controllo morale, psicologico o fisico. Si contrappone al sub, che è la controparte passiva, al quale il dominante può infliggere punizioni in caso di negligenza. Non ci stancheremo mai di dire che il rapporto è concordato e consensuale. Il rapporto dom-sub è paragonabile ad un rapporto relazionale classico tra partner, con regole definite tra essi. E’ infatti comune che in una relazione stabile vi sia un dominante ed un sottomesso.

    Sub: il sottomesso, contrazione di submissive. Il ruolo, contrapposto al dominante, è relativo alla persona che nelle proprie sessioni concede il controllo ad un’altra persona, al quale si riferisce col termine di padrone o padrona. Il sub può avere una relazione fissa con un master, o relazionale con i dominanti. Le definizioni sono un po’ controverse: secondo alcune spiegazioni, un master può avere più sub, ma un sub non può avere più master. Parleremo più approfonditamente di questo tra poco.

    Switch: la persona che apprezza sia praticare da dom che da sub. A seconda delle circostanze, può assumere un ruolo o l’altro.

    Master/Mistress: la traduzione italiana del termine è poco utilizzata. Si tratta di persone che assumono, ideologicamente, a tempo pieno il ruolo dominante. Nella vita pratica, è difficilmente realizzabile, in quanto implicherebbe dedicare totalmente il proprio tempo ad una persona che accetta di servire da schiavo. Tale rapporto è definito master-slave.

    Slave: lo schiavo, o schiava. Sono persone che assumono, in ipotesi, a tempo pieno il ruolo di sottomesso. Uno schiavo sceglie di cedere il potere ad un master, ed esistono persone che scelgono di fare gli schiavi per professione. Il rapporto master-slave è un rapporto stabile.

    Questi sono, sinteticamente i ruoli principali e più comuni. Ciò che rende curioso indagare oltre, è la innumerevole letteratura e sfaccettatura che si scopre ad ogni termine: se ti piace essere un sottomesso dispettoso, potresti essere un brat, oppure, se sei un dominante molto accudente, potresti essere un daddy o una mommy. Come accennato in precedenza, i tipi di ruolo sono tantissimi.

    Il BDSM è un fenomeno erotico-sociale: si evolve con la cultura e acquisisce o perde sfaccettature in base ad essa. I ruoli diventano quindi fluidi, ed i confini tra loro si fanno labili, talmente labili che non è facile inscatolarsi univocamente.

    Vi è un dibattito attivo, derivante dal fattore culturale e legato al fattore sociale secondo cui la donna è dipendente dall’uomo, e per contro, che l’uomo non possa mostrarsi debole in pubblico, sviluppando il desiderio di esserlo in privato. Sulle controversie dei ruoli, è stato scritto un libro intero, A Billion Wicked Thoughts, nel quale spuntano alcune domande curiose: l’uomo esercita il potere nella relazione, ma trae soddisfazione nel compiacimento della donna, rendendosi suo schiavo? La donna trae piacere nell’essere desiderata ed è in grado di tramutare tale desiderio in richiesta e quindi, dominio?
    Non è possibile definire i complessi ragionamenti individuali della nostra corteccia corticale in modo così generalizzato.

    In precedenza, il significato originale del termine “master” indicava esclusivamente una persona in grado di assumere un rapporto dominante stabile ventiquattr’ore su ventiquattro, in un legame paragonabile ad un matrimonio. All’anello del matrimonio si sostituiva il collare, che il master donava al suo schiavo; vi era una ritualistica molto importante.
    La definizione più moderna, si riferisce invece anche ad una persona che assuma un ruolo fisso, ma non con partner stabili; all’interno della comunità si predilige infatti la definizione master-sub, ed il rapporto può essere di uno a molti. Questa nuova accezione deriva sia dall’impossibilità reale di mantenere un rapporto così persistente, sia dall’espansione al master ed alla mistress come professioni, in cui le figure assumono un ruolo di specialista. In questo caso, si predilige il termine prodom o prodomme. In caso di rapporto tra master e più slave, si parla di “famiglia”; su questo rapporto si può aprire una vasta gamma di discorsi.

    Culturalmente, risulta curioso parlare della riverenza: il concetto si applica, quasi sempre, al rapporto dell’uomo nei confronti della donna. In un rapporto donna dominante e sottomesso maschio, l’uomo generalmente apprezza far sentire soddisfatta la sua padrona e cerca di eseguire con minuzia tutte le richieste da lei effettuate. Al contrario, nel rapporto uomo dominante e donna sottomessa, è sempre l’uomo a cercare di coccolare la donna, avendo sì richieste nei suoi confronti, ma cercando di coccolarla e farla sentire a suo agio. Questo fenomeno è sempre culturale, e si è evoluto tra le nuove generazioni.
    Per contro, parliamo anche dell’approccio ignorante: il “vero” master o la “vera” mistress. Quando si ha un approccio al BDSM senza conoscere la teoria del consenso che c’è dietro, si pensa che vi siano delle regole fisse che i ruoli debbano rispettare; veri e propri stereotipi legati alle figure sociali. Le regole del “vero” dominante includono il non accettare compromessi, non praticare determinati atteggiamenti in privato o vestire solo in determinate maniere.
    Datemi del noioso: ripeterò all’infinito che non esiste un formulario da rispettare, soprattutto in un ambiente che promuove la libertà erotica come questo.

    Erotismo e lavoro

    Se ne sarà sentito sicuramente parlare in tv, sui social o da un altro media: il sex work. Per sex work si intende qualsiasi prestazione lavorativa, erotica o sessuale, che utilizzi il corpo come strumento di lavoro. Tra queste categorie rientrano prostitute, strippers, lap dancers, e kinkworkers: prodom, prodomme e prosub.
    Nel nostro Paese, la figura tra esse più controbattuta, mistificata e discriminata è la prodomme, la donna dominante che esegue sessioni di BDSM a pagamento. Spesso, vengono definite delle prostitute del kink, in modo dispregiativo, perché socialmente è considerato denigrante offrire prestazioni sessuali per soldi.
    Il sex work regolare è una scelta volontaria del praticante, basato su richieste, spesso opprimenti, da parte della clientela. Vi basterà un confronto con qualsiasi ragazza su quanti ragazzi le scrivano per trovarne almeno qualcuno che ha fatto “richieste bizzarre”. Il lavoro risponde ad una precisa domanda del cliente: quando si punta il dito su chi “esegue” il lavoro, ci si pone anche la domanda su chi lo richiede?
    Non voglio esporre tali scelte come prive di rischio ed eccezionalmente vantaggiose, vi è da sottolineare la possibilità di rischio data dalla poca tutela della professione ed il rischio fisico e psicologico legato alla professione stessa: sarebbe necessaria anche l’informazione riguardo ai rischi del lavoro e come ridurli.

    Questo argomento è piuttosto complesso, e contiene ampi e forti elementi di dibattito. La legge italiana tollera ma non tutela il sexwork, rendendo i discorsi a proposito frutto di mera speculazione.

    Se vi siete incuriositi con quanto vi abbiamo raccontato e volete scoprire di più su quali potrebbero essere le vostre preferenze sui ruoli, vi lasciamo il link al test sul BDSM. Il test è eseguibile in forma anonima, ed è disponibile in italiano; la lingua è selezionabile dopo aver scelto se si vuole effettuare un test anonimo o registrarsi. Se sei nuovo nel BDSM o semplicemente curioso, il test è ancora più interessante perché ti introdurrà a termini che probabilmente non avrai mai sentito o con cui hai poca familiarità, fornendoti un’opportunità per imparare di più. I termini un po’ oscuri sono spiegati nella pagina dei risultati finali.
    Questo test non pretende di avere un valore scientifico, dà solo un’idea generale dei tuoi interessi, non dovresti prendere questi risultati troppo sul serio!

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    Alessio Campolongo

    Nasce a Cagliari, nel 1992. Sostenitore dei diritti sulla libertà sessuale, attivista nell’ambiente dell’associazionismo LGBT dal 2017 e nell’associazionismo kink dal 2018, opera dal 2017 come ascoltatore nel sostegno di studentə per lo sportello UnicAscolta, su tematiche relative a blocchi di studio e discriminazioni o stereotipi basati sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulle parafilie. Si occupa dell’organizzazione degli incontri del The Next Generation di Cagliari, di cui è moderatore e responsabile.

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