BDSM e Framework SSC: il suo reale significato | Red Rope

    Framework ssc

    SSC: il più grande fraintendimento della storia nel BDSM

    La sigla SSC è nata nel 1983, quando David Stein entrò a far parte della associazione GMSMA (Gay Male S/M Activist). Quest’ultima doveva creare la così detta “Dichiarazioni di scopi e di identità”. Citando letteralmente il documento, l’apertura era:

    GMSMA è un’organizzazione no-profit per maschi gay nell’area di New York City che sono seriamente interessati in un S/M sicuro, sensato e consensuale

    GMSMA

    In italiano la traduzione più corretta per “SANE” è “sensato”, non “sano”. Benché la parola assomigli di più a “sano” il significato è completamente differente. Difatti la traduzione più corretta è “sensato”. La parola “INSANE” in inglese, sottolinea per l’appunto, un qualcosa di talmente tanto fuori dagli schemi o controverso da risultare qualcosa di patologico o di malato.

    Lo stesso SSC, intrinsecamente, dalla propria nascita, denota la consapevolezza che non esiste nessuna pratica realmente “sana” intesa come “completa assenza di danni fisici o psicologici”.

    Nel BDSM molte pratiche lasciano segni fisici, come lividi o abrasioni, sarebbe assurdo pensare che un framework impedisca il perseguire di moltissime pratiche(quasi tutte a dir la verità) facenti parti del bdsm.

    Slogan e Diffusione

    Questo slogan, dopo poco la propria nascita, fu usato anche dal club Hellfire di Chicago, sottolineando come la comunità gay SM avesse ben a mente questi principi.

    Una piccola curiosità, Stein si ispirò a quello che gli era stato insegnato per il 4 luglio, festa nazionale americana dove vi è un ampio uso di petardi e fuochi d’artificio. “Sane and Safe” era una sorta di motto per dirti “divertiti, ma fallo in maniera sensata, non farti esplodere una mano o non dare fuoco a un barbone”.

    Se portiamo questa filosofia nel mondo BDSM si traduce con un “divertiti ma fai in modo di non mandare qualcuno all’ospedale o di finirci tu stesso”, che è decisamente una lettura meno dicotomica rispetto a quella attuale.

    Come ho già riportato varie volte sul mio profilo Instagram, purtroppo nel tempo vi è stata una forte distorsione del messaggio originale che si voleva trasmettere tramite l’SSC, portandolo quindi a una visione dicotomica, assolutistica, in termini di interpretazione.

    Nel giro di poco tempo sono usciti slogan come “Insane, Insafe, Unconensual”, proprio a delimitare l’ignoranza e il poco gusto del tutto. Ma ricordiamo, che quando è stato coniato l’SSC è stato accettato in tutto e per tutto dalla comunità BDSM.

    La dichiarazione di intenti della GMSMA prese particolare visibilità in due occasioni, la prima nel 1987 con la marcia su Washinton e la seconda occasione nel 1993.

    L’SSC venne scelto in quanto era in netta contrapposizione a quello che si pensava delle pratiche S/M, considerate pratiche malate, fatta da sadici e masochisti, che volevano solo provare piacere non curandosi dell’altra persona.

    L’SSC, serviva proprio a distaccarsi da questa visione stereotipata e dare una rapida chiave di lettura su cosa fosse realmente il rapporto S/M e come questo si discostasse ampiamente da qualcosa di malato.

    Nei miei studi ho potuto notare come ci fosse una forte influenza di questa lettura della sessualità, di come il messaggio originale dell’SSC sia passato nei libri e nelle ricerche scientifiche, magari non citato direttamente, ma il suo spirito è fortemente presente.

    In breve, quello che si dice attualmente sul SSC spesso è sbagliato e/o incompleto:

    • Sane (sensato): fai i compiti a casa e studia bene la pratica, abbi consapevolezza del tuo corpo e del corpo del tuo partner
    • Safe (sicuro): evita il rischio inutile, quindi metti la safeword e safegesture, non praticare se sei in uno stato alterato, usa il preservativo, prendi le giuste misure di sicurezza e ricorda che non esiste una pratica realmente sicura.
    • Consensual (consensuale): il rapporto deve essere consensuale e bisogna poter sempre tirare via il consenso in qualsiasi momento, ricordarsi quindi di concordare safeword e safegesture

    La lettura come potete vedere è veramente molto diversa da quella attuale, ma soprattutto lascia un ampio spazio personale e contestuale, che credo sia la parte realmente fondamentale, non si può adottare lo stesso identico protocollo per tutte le situazioni, ma delle linee guida aiutano ad evitare dei danni inutili

    In contrapposizione: il Rack

    Abbiamo già trattato i vari Framework, quindi non mi starò a dilungare sul significato, ma il rack è il primo che è nato in contrapposizione al SSC.

    Molto spesso, a livello pratico, si traduce in tutto quello che non è il BDSM, ovvero la mancanza di sicurezza intesa come “evitare il rischio inutile”. Ho sentito spesso storie dove chi affermava di praticare Rack dicesse anche “La safeword è inutile, tanto puoi farmi quello che ti pare”, questo è una cosa estremamente pericolosa in quanto implica una vena masochista e mancanza di autoconservazione.

    Per fortuna, molti di questi soggetti si riesce a farli desistere ed educare semplicemente facendogli degli esempi su cosa effettivamente vuol dire “fare di tutto”, diffidate di chi vi dice, “non mettiamo la parola di sicurezza” oppure “puoi farmi di tutto”, il BDSM è un qualcosa che va per gradi, si aumenta pian piano il livello di “difficoltà” della pratica, non si può partire direttamente in quinta.

    D’altro canto, quello che può essere una manovra pericolosa per una persona, per un’altra può essere una manovra che fa senza difficoltà.

    Questo è brevemente la storia dell’SSC e della sua interpretazione, da sempre cerco di far capire come questo sia stato frainteso e come, anche se si usa un framework differente (se parlo con persone che siano davvero praticanti e che siano bravi in quello che fanno), alla fine si han sempre dei punti in comune tra tutti i framework, gira e rigira è sempre la stessa minestra.

    La lotta fra quale sia il framework migliore quindi diventa solo una questione filosofica, ma di fatto una inutile e sterile guerra.

    Se volete ulteriori approfondimenti sulla storia dell’ssc vi consiglio questo articolo di BDSMitalia

    Consiglio d’acquisti

    Il primo che vi consigliamo di leggere è:

    Violeta Benini, la divulvatrice, divulgatrice sessuale, sex blogger e ostetrica

    • Senza tabù: libro dedicato ai più giovani, ma decisamente adatto anche agli adulti di Violeta Benini, la divulvatrice, divulgatrice sessuale, sex blogger e ostetrica

    Jüne Plã, illustratric*, ha creato un libro che ha fatto molto parlare di sè

    • Club Godo. Una cartografia del piacere: il nome dice già tutto, ma molto interessante da leggere, sfogliare, trarre ispirazione di Jüne Plã, illustratric*, ha creato un libro che ha fatto molto parlare di se

    Michele Spaccarotella, psicologo e psicoterapeuta, ha creato una interessante guida al piacere digitale, come orientarsi nell’online (e offline)

    • Il piacere digitale: una interessante guida che aiuta a riflettere e interpretare la sessualità di Michele Spaccarotella, psicologo e psicoterapeuta, ha creato una interessante guida al piacere digitale, come orientarsi nell’online (e offline)

    Tristan Taormino, divulgatrice, regista di film porno e altro ancora, ha creato una serie di libri molto interessanti, ma qui vi consiglio qualcosina per il di dietro

    Morena Nerri, conosciuta anche come le_sex_en_rose, divulgatrice e sexual blogger. Le sue interviste nude sono oramai famose

    Dossie Easton, una scrittrice e psicoterapeuta statunitense

    Emily Nagoski, direttrice di Educazione al benessere e docente di Sessualità femminile presso lo Smith College

    Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa

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    Stefano | Red Rope

    Mi chiamo Steve, ma sono conosciuto anche come Red, voglio divulgare nel mondo la bellezza della sessualità, ho da sempre lavorato in questa direzione, la divulgazione sessuologica è molto importante per me, ma anche per tutti coloro che la vorranno ascoltare.

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