
In tempi moderni lo shibari, è definito come una forma di bondage (costrizione) giapponese, che prevede di legare una persona in un contesto erotico. Nel tempo sono nate varie scuole di pensiero e varie tecniche, tra cui la Kinbaku.
La derivazione storica di questa pratica si può già ritrovare nel periodo Edo (1603-1868), nata come forma di sottomissione, tale pratica prendeva il nome di hojōjutsu, ovvero l’arte di immobilizzare i prigionieri di guerra usando corde di canapa e iuta chiamate nawa, difatti altro nome con cui si può trovare questa arte è nawajutsu.
Evoluzione Storica
Partita come pratica di sottomissione dei prigionieri, diventata poi una delle più famose pratiche erotiche nella sessualità alternativa. Una cosa però non è mai cambiata nel tempo sono le corde utilizzate, tradizionalmente sono corde di Juta o Canapa, dello spessore tra i 6 e 8 millimetri.
Le origini dello shibari, come abbiamo visto prima, sono da ricercarsi fin dal periodo Edo, ma anche successivamente in diversi aspetti della cultura giapponese:
Periodo Edo e diffusione fino ad oggi
Hojōjutsu Quest’arte tradizionale si perfezionò nel XV secolo e veniva utilizzata da polizia e samurai come forma di prigionia.
A quel tempo, le risorse di metallo erano scarse, mentre le funi di canapa e iuta erano abbondanti, quindi i prigionieri venivano semplicemente immobilizzati con una corda anziché essere rinchiusi in prigione.
Cerimonie religiose
Le tradizionali cerimonie religiose giapponesi includevano corde e legami per simboleggiare la connessione tra l’umano e il divino, la linea di demarcazione tra cioò che è umano e ciò che è spirtuale. In particolare, possiamo trovare le legature in cerimonie shintoiste e nelle cerimonie religiose tradizionali
Le ukiyo-e Seme-e
Durante il periodo Edo (1600-1860), il mezzo stampa era praticamente inesistente, per riuscire a divulgare e condividere le proprie opere, venivano usate le Ukiyo-e.
Il termine ukiyo-e (门 世 ວ) si può tradurre come “foto del mondo fluttuante”.
Gli artisti producevano stampe su blocchi di legno i soggetti dipinti erano in genere, bellezze femminili; attori kabuki e lottatori di sumo. Ma non mancavano nemmeno scene di storia e racconti popolari; scene di viaggio e paesaggi; flora e fauna.
La legatura entrò nell’immaginario erotico giapponese attraverso le seme-e, un tipo di ukiyo-e che rappresentava scene di costrizione, non per forza erotica, ma, rappresentando per lo più bellezze femminili eroticizzate almeno parzialmente, entrò nell’immaginario comune giapponese.
Già dall’inizio dell’ottocento, si iniziò ad utilizzare il termine Kinbaku letteralmente “legare stretto”, che ha una connotazione più erotica e meno estetica.
Ito Seiu: il padre del Kinbaku
Sul finire del periodo Edo, troviamo Ito Seiu, colui che viene considerato il “padre del kinbaku”. è stato un artista molto discusso che diede un contributo fondamentale alla diffusione di questa arte.
La sua carriera iniziò con le rappresentazioni delle torture tipiche del periodo Edo, legando i suoi modelli nelle varie posizioni di tortura, li immortalava e succesivamente usava quelle foto per trarre ispirazioni per i propri quadri
Ispirato alle scene di costrizione nel teatro kabuki, produsse fotografie e dipinti negli anni ’30 del XX secolo, che influenzarono la successiva generazione di kinbakushi.
Con la serie fotografica The Yomikiri Romance, il pittore si concentrò sulle forme, le geometrie, le espressioni e le traduceva in nuove forme e tecniche.
Questo fu il punto di svolta che portò lo shibari ad essere percepito come un arte erotica, non più come un “sistema di immobilizzazione tradizionale”.
Diffusione Mainstream: Riviste pulp
Il kinbaku divenne popolare in Giappone negli anni ’50 grazie a riviste come Kitan Club e Yomikiri Romance, che pubblicarono le prime foto di nudo di bondage
Negli anni ’60 lo shibari esce dagli studi fotografici, e viene conosciuto nei club underground BDSM giapponesi, dove inizia a essere riconosciuta anche come performance erotica
Negli anni ‘70 ci sono i primi film che utilizzano lo shibari come arte di costrizione, grazie alla casa di produzione Nikkatsu.
Negli anni ’80 la censura in Giappone allenta la corda e le riviste iniziano sempre a osare di più.
Negli anni ’90 c’è il boom di produzioni per film per adulti con scene di sesso e costrizione.
Nel 1998 a Amsterdam il Maestro Akechi Denki fa una esibizione ad Amsterdam e per la prima volta in europa si vede una performance di shibari.
In europa e in occidente questa pratica ha riscosso un grande successo, ma, gli occidentali a differenza dei giapponesi erano più orientati nel fare piuttosto che nel guardare. Per i giapponesi lo shibari è sempre stato qualcosa da guardare.
A partire dal 2000, sono nate in Europa le prime scuole di shibari per insegnare ai curiosi e appassionati questa arte, come arte di coppia e non come intrattenimento erotico.
Queste scuole, forse anche per promuoversi, hanno spesso privato lo shibari del suo aspetto pornografico, rendendolo “solo” artistico ed al massimo erotico, così facendo sono riusciti ad ampliare pubblico interessato, sia in Occidente che in Giappone.
Scuole di Pensiero
A seconda della cultura lo shibari ha preso inclinazioni differenti e stili differenti, il kinbaku a livello tecnico è una tecnica shibari, ma di fatto la parola shibari viene usata per una tipologia di tecnica, la parola kinbaku viene usata per descrivere un’altra tecnica.
Il termine più generico per descrivere l’arte tradizionale dello Shibari attualmente è Bondage con corde.
La diffusione mondiale a portato termini “particolari” all’interno della comunità BDSM, in particolare, quando si parla di “legatura in stile giapponese” si intende una legatura più forte e decisa, la definirei “senza paura” di lasciare segni.
Mentre, quando parliamo di “legatura in stile americano” parliamo di una legatura più delicata, che tende a non lasciare segni. In america, si è sviluppato questo cambiamento in quanto, le persone avevano paura delle potenziali ripercussioni legali in caso di denuncia. Chi ha vissuto quel periodo conosce il terrorismo psicologico che c’era sulle finte denuncie per stupro, pochi casi, ma che facevano tanto rumore, per intenderci, era diventato talmente comune come notizia che pure in alcune serie tv o film troviamo riferimenti a quest’ultimi.
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Stefano | Red Rope
Mi chiamo Steve, ma sono conosciuto anche come Red, voglio divulgare nel mondo la bellezza della sessualità, ho da sempre lavorato in questa direzione, la divulgazione sessuologica è molto importante per me, ma anche per tutti coloro che la vorranno ascoltare.